lunedì 14 maggio 2007


Giorni di polemiche e accuse di strumentalizzazione, giorni di preparazione all’evento Family day con oltre 450 associazioni che si occupano di famiglia, coinvolte. Questo a Roma, nella capitale, laddove i problemi assumono una eco nazionale. Tuttavia, ciò non significa che nelle altre città d’Italia la grande discesa in piazza delle famiglie italiane, non abbia incoraggiato altri testimoni o altre associazioni, per unirsi al coro di Piazza San Giovanni.
Reggio, molto in sordina, si è espressa attraverso l’associazione Istituto per la famiglia, già nota per i suoi molteplici impegni nell’ambito del volontariato sociale. Così, mentre i protagonisti della politica locale se ne vanno a zonzo a caccia di voti e ad inaugurare questa o quella segreteria politica o chicchessia purché faccia audience all’immagine, una sola associazione ha fatto “pendant” con il Family day nazional-popolare. A scendere in campo sabato, anzi in Piazza Duomo, una onlus che da anni invoca il ritorno ai veri valori cristiani per sanare la società, e prima ancora la famiglia che ne è la cellula fondamentale. Accompagnata dal coro “Eliezer”, l’Istituto per la famiglia ha scelto di parlare attraverso il vice presidente nazionale, Massimo Ripepi. In poche battute concise, Ripepi ha spiegato i passaggi significativi che attengono alla “famiglia sana”. Un messaggio assoluto e provocatorio quello dell’Istituto per la famiglia; un allarme serio di fronte alla degenerazione della società, alla deriva delle istituzioni. «La famiglia - ha sottolineato Massimo Ripepi - è un istituto di Dio, ma la cultura di questo mondo oggi l’ha totalmente deviata, eppure - ha continuato il vice presidente - è proprio dentro la famiglia che sorge il vero sentimento, cioè quella culla formativa che sarà poi in grado di trasmettere ai figli, valori integri, regole sane per costruire altre cellule vitali da innestare nella società».
Se c’è dunque un leit motiv da difendere tout court, quello è dato dalla famiglia cristiana con tutte le sue accezioni. Secondo l’associazione Istituto per la famiglia, non c’è altra via da seguire, anche nella città reggina che fa finta di non avvertire i disagi e le incongruenze di un ambiente soffocato dal riflesso zapaterista.
Jenny Canzonieri

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