giovedì 5 giugno 2008

Il Coro ELIEZER: “Dio è il mio aiuto”


La Chiesa Cristiana e L’Istituto per la Famiglia di Gallico (RC) rappresentano per molti un’Oasi nel deserto, un vero e proprio spazio fiorito dove molti trovano ristoro, accoglienza, amore fraterno e la vera pace. Ed a rallegrare l’atmosfera, interviene il Coro Eliezer, composto da 35 elementi, nato principalmente per servire la Chiesa.
Lo spirito che anima i componenti del coro Eliezer è quello del “servizio al Signore”, attraverso il canto, espressione massima di lode e di adorazione, che coinvolge tutto l’essere. Così infatti è riportato nella Bibbia: ”Ricordati sempre che quando eserciti l'ufficio di cantore o suonatore, sei davanti all’ 'Eterno, quindi lo devi fare con riverenza , non per esibizione, ma con amore ed impegno, con serietà. Ricordati sempre che lo sguardo di Dio è su di te” (1 Cron.6:31).
Diretto con sapiente diligenza dal Maestro Assunta Pedullà, il coro Eliezer ha raggiunto un elevato livello di professionalità al punto di essere stato più volte presente in Manifestazioni Pubbliche importanti, portando un messaggio d’amore a suon di note, con il suo repertorio di cantici cristiani e gospels.
Ricordiamo la Festa di Natale del 2006 in Piazza Campagna, il Family Day Reggino del 12 giugno 2007, la Manifestazione per la Pace del 1° gennaio 2008.
In ognuna di queste occasioni il messaggio forte è la riflessione sui principi cristiani della famiglia, definita dal Fondatore dell’IPF “ente di formazione dei sentimenti” e ruolo centrale nella società, con tutte le sue potenzialità espressive in ogni ambito del vivere civile. Infondere speranza, quindi per un modo migliore di vivere, all’interno di quell’antico e mai desueto “focolare domestico” nel cui seno ogni difficoltà, prova ed esperienza, trovano conforto, aiuto e soluzione.
Adulti, giovani ed una splendida “truppa” di bambini, accompagna questi eventi con canti di Amore e di Pace, per confermare che anche degli appassionati del bel canto, pur esercitando, nella vita, le loro professioni o dedicandosi agli studi, possono, uniti assieme da forti valori identitari ed un unico spirito, realizzare quel mix assolutamente apprezzabile e coinvolgente. E’ d’uopo ricordare che l’arca di Noè fu fatta da dilettanti ed il Titanic da professionisti…con risultati opposti!
Recentemente l’Istituto per la Famiglia ha realizzato nella propria sede di Gallico, una kermesse musicale alla quale hanno partecipato il Coro Eliezer e la giovanissima cantante calabrese Sefora Tripodi con il suo gruppo. Sefora è nata a Cosenza e ha avuto la sua culla artistica nella comunità cristiana Bethel e nelle varie piazze della Calabria, dove ha cominciato ad esprimere le sue qualità vocali fin dall’età di quattro anni. All’età di tredici anni è entrata a far parte della formazione Gospel “The Glory of God”, partecipando a tournèe e concerti.
Un giovane talento che sa esprimere, con la sua voce melodiosa, le armonie del creato.
Una bella serata, un’altrettanto bella “simbiosi” musicale e spirituale per dare l’avvio ad una collaborazione che apra le vie all’espansione della musica cristiana, al di là di ogni divisione dottrinale e campanilistica. Il canto cristiano è uno strumento di edificazione per i credenti, è una preghiera di lode e di ringraziamento al Signore che coinvolge tutto il nostro essere

venerdì 30 maggio 2008




Chi arriva a Gallico per la prima volta ed entra nella Comunità Cristiana di Gallico, rimane piacevolmente sorpreso di come, in un quartiere periferico di una delle più bistrattate città d’Italia,
Reggio Calabria, possa esistere una vera “Oasi” di Pace e Serenità.
L’impatto è immediato ed assolutamente positivo,i colori, i profumi, gli aromi ed i “sapori”, danno subito il senso di una realtà “laboriosa et operosa”che prende, cattura, affascina.
Si percepisce nell’aria, quel non so che, quel qualcosa di antico e moderno assieme, di profondamente radicato nella propria identità di Comunità Cristiana, che professa e realizza il “Cristianesimo Comunionale delle Origini” ed al tempo stesso si inserisce, innovando, nella Società Civile, attraverso l’ormai ultracollaudato Sistema A.C.U. – Azione Cristiana Umanitaria, nel quale primeggia, per nascita e per servizio, l’ I.P.F. – Istituto Per la Famiglia, ideato, voluto, amato e realizzato dal suo Fondatore, l’eclettico e poliedrico Dottor Gilberto Perri, Dirigente dello Stato in quiescenza e Pastore della Chiesa Cristiana “Gesù Cristo è il Signore”. Da sempre di sani principi cristiani, ha servito lo Stato con diligenza ed altissimo senso etico della disciplina, ordine e giustizia, profondendoli, dopo la sua conversione al Cristianesimo, nella Chiesa, nella Comunità, nell’Istituto, nel Sistema Lavoro e, per ultimo ma non da ultimo, nel Movimento Identitario PA.C.E. – Patto Cristiano Esteso.
Affabile, accogliente, amorevole, Gilberto Perri ti riceve con il suo pacioso sorriso, di Padre Spirituale, di sagace Amministratore e di “nonno” affettuoso. Certamente esperto nelle cose di Dio, abile nella gestione del sistema, sagace nel progettare seduta stante ogni possibile lavoro od intesa, raggiunge, però, il suo apice espressivo, quando gli si avvicinano i suoi nipotini, Yael, Noah e Gilberto yr.,per i quali lascia chiunque, scusandosi, per sciogliersi in dolcissimi abbracci ed incontri di “amorosi sensi”. Celeberrime sono le sue poesie dedicate ai suoi nipotini.
“QUICUMQUE INTRAS EGREDIOR MELIOR” chiunque entra uscirà migliorato. Potrebbe essere il titolo di un epiteto ben augurante. Vi possiamo garantire che è così, perché veramente chiunque è entrato nella Comunità, nello studio del Pastore, per non dire poi “assiso” alla sua tavola, può testimoniare di ciò, “relata refero”. Riferisco cioè quello che mi è stato testimoniato da molti, senza voler influenzare il lettore con opinioni personali e di parte.
Attorno alla figura del Pastore ruota una galassia di attività, pastorali, associative, politiche, sociali, lavorative, fino ad arrivare alle più semplici ed umili, cioè alla gestione logistica del sistema.
La cucina, abilmente diretta dalla sorella Emilia, sforna “miracolosamente” dai 30 ai 100 pasti al giorno, per tutti coloro i quali, figli dell’Opera e non, giungano, affamati verso le ore 13,00.
La cucina inizia la sua giornata senza nemmeno sapere quante e quali persone arriveranno, spesso con la dispensa vuota ma, alle 13,00, come per incanto, le tavole sono apparecchiate ed i piatti, fumanti, sfamano i presenti.
Particolare attenzione è riposta alla cura delle famiglie bisognose, alle quali vengono forniti capi di vestiario e derrate alimentari.Nella sola città di Reggio Calabria vengono assistite oltre 800 famiglie, il cui numero si allarga notevolmente nella Provincia ed in tutt’Italia, dove l’IPF è presente con oltre 200 Sezioni Zonali
Particolare attenzione è rivolta ai giovani ed ai bambini che frequentano la Comunità, trovando, nella pace e serenità, quell’armonia tra svago, divertimento, doposcuola ed altre attività ludico-ricreative di cui, adolescenti e non hanno bisogno.
Innumerevoli sono le altre attività che questa realtà affronta ogni giorno, dall’impegno Politico del Consigliere Comunale Massimo Ripepi, colonna stabile del Sistema, che rinuncia a remuneratissime consulenze private, medico-motorie, essendo un Medico Fisiatra Ospedaliero,per occuparsi dei giovani volontari del Servizio Civile Nazionale IPF e, come sepsso accade, rimboccandosi le maniche per svolgere e dirigere le attività “amanuensi” che questo straordinario laboratorio esperienziale offre a tutti coloro i quali desiderano e vogliano dedicare una parte del loro “tempo a disposizione” al Volontariato Sociale dell’IPF.
Dio benedica Reggio Calabria, Dio benedica Gallico, Dio benedica la Comunione cristiana.

Sandro Ronchin

mercoledì 28 maggio 2008

L’assemblea generale IPF 2008: Una Realtà nata da un sogno


“Lanciamo un appello a favore del bene”! Potrebbe essere lo slogan adatto a sintetizzare l’attività dell’Istituto per la Famiglia. Solo che l’IPF Onlus, la nostra benefica associazione di volontariato e protezione civile, da ben quattordici anni non si limita alle parole né agli slogan ovviamente, ma si fa riconoscere attraverso i fatti. A conferma, in pratica, di ciò che è ogni giorno la parabola del buon samaritano, anzi del vero cristiano. Sì, la vita del cristiano è fatta di azione continua e progressiva che non si arresta davanti ad alcuna difficoltà; e di difficoltà l’IPF, negli anni, ne ha affrontato, ma ha raccolto sempre le sfide, nella convinzione della Parola predicata, del modello perseguito dal suo fondatore, dell’esempio di amore perfetto di Gesù Cristo.
Ecco allora, l’ennesima assemblea di fine anno. Quella dello scorso 5 aprile ha chiuso un anno sociale tracciando un soddisfacente resoconto, ed ha inaugurato un altro anno all’insegna della benedizione. Vari gli interventi costruttivi. Citiamo solo alcuni fra i presidenti presenti; Dario Dagnino, presidente della sezione di Palermo, Tina Dellacananea, responsabile della sede di Rende, Gaetano Buttiglieri della sezione di Paternò, Girolamo Piazzola presidente sezione di Foggia, Alberto Sormanti, a capo di una delle numerose sezioni romane, Antonio Stallone, titolare della sede di Vittoria, Felice Biondo, amministratore della sezione messinese, Sandro Ronchin, delegato della sezione di Treviso, oltre ai rispettivi esponenti della sezione centrale di Reggio Calabria, tra cui Demetrio Amadeo, presidente nazionale IPF e Massimo Ripepi, coordinatore nazionale Servizio Protezione civile. L’elenco in realtà potrebbe continuare ancora per molto, basta pensare che oggi l’Istituto per la Famiglia conta oltre duecento sedi dislocate su tutto il territorio nazionale, con un patrimonio strutturale e umano che cresce anno dopo anno, facendo lievitare costantemente la qualità dell’opera per il quale era nato.
La somma dell’anno 2007 insomma, innesta nuova speranza, nuova linfa vitale alla pianta del servizio e dell’amore altruistico. Due in particolare le novità del 2007. In primis, l’utilizzo del bilancio di missione. Una sorta di budget dei fatti e non solo delle cifre, che parla chiaramente, in modo semplice e sobrio ai cosiddetti stakeholder, cioè i portatori di interesse a cui si rivolge l’attività IPF, dagli enti ai soci ai semplici curiosi del sociale. Il bilancio di missione quindi, è un di più che colma il gap della comunicazione prima affidata solo al bilancio d’esercizio. E’ uno strumento di grande azione anche interiore, perché riflette la situazione dell’associazione, e al tempo stesso “fa riflettere” coloro che ne sono i protagonisti. Altra novità, riguarda la Fondazione Comunità Reggina, una fondazione insita sul territorio reggino e operante nel tessuto locale per il potenziamento dell’infrastruttura sociale, lo sviluppo, l’occupazione, la tutela del patrimonio ambientale e culturale, la realizzazione di iniziative a sostegno delle famiglie e dei soggetti svantaggiati. A questo proposito, nel novembre 2007 è sorto il Comitato promotore con l’obiettivo di attrarre quanti più soggetti possibili.
L’Assemblea ha anche determinato, su proposta del Coordinamento del Servizio Civile Nazionale, Protezione Civile IPF, di varare il “Primo Corso di Formazione per Presidenti ed Amministratori zonali IPF” che si terrà, sotto l’egida della Protezione Civile Nazionale, a Gallico (RC) presso la sede nazionale dell’Istituto dal 30 giugno al 4 luglio p.v. Scopo di questa “Full Immersion Associativa” è quello di fornire a 40 partecipanti, tutti gli strumenti utili e necessari per lo sviluppo territoriale dell’ associazionismo cristiano.
Nel corso dell’Assemblea ampio spazio è stato doverosamente dedicato all’attività di un’altra componente importante del Sistema A.C.U. – Azione Cristiana Umanitaria, ideata, promossa e voluta dal Fondatore, il Movimento Identitario PA.C.E. – Patto Cristiano Esteso che terrà, a Partitico (PA) sabato 7 giugno p.v., il IV Comgresso Nazionale.
L’accorato appello del Fondatore del Movimento, alla movimentazione territoriale per l’attivazione di quante più sezioni zonali PA.C.E. possibili, prima di questa data, ha sbalordito gli astanti, per la puntualità e precisione nello sciorinare concetti identitari, principi e valori, che fanno di PA.C.E. l’unico Movimento Politico in Italia in grado di portare i principi biblici della digestione della Società, amministrando con equità, misericordia e giustizia sociale.
Tutti a Palermo, quindi per il Congresso Nazionale. L’Italia si sta risvegliando, con IPF, ACU e PACE, dalla Sicilia alle Alpi.


Jenny Canzonieri

mercoledì 21 novembre 2007

Stranieri nel proprio Paese




L’Italia è il Paese degli italiani e così dovrebbe essere, ma con una azione precisa e costante nel tempo il potere del Cattolicesimo ha privato gli italiani della loro cultura nazionale ed ha imposto una influenza culturale di tipo religioso a tendenza internazionalista, dove il valore della Patria ha assunto contorni sempre più tenui e sfumati tanto da non essere più un riferimento primario per il nostro popolo.
In Italia vale e conta tutto ciò che è di matrice ‘cattolica’, poiché implicitamente tutto viene consacrato a questo dragone culturale: dalle festività principali alle tradizioni, agli usi ed ai costumi.
Solo quando ci si accorge che una persona non è ‘cattolica’, sebbene nata in Italia, e per questo cittadina in piena regola, allora e solo allora, scatta la reazione che determina il rigetto sociale verso il diverso, l’improprio, poiché considerato incompatibile ed inaccoglibile.
La reazione dell’istinto sociale chiede emarginazione e crea una altrettanto immediata diffidenza, tanto da generare istintivo contrasto. In conclusione a motivo della pervasiva cultura ‘cattolica romana’ che oggi permea l’intero paese, l’italiano non cattolico è il diverso che deve essere osteggiato, ostacolato ed emarginato.
Dunque italiani di serie “A” i cattolici romani, italiani di serie “B” gli italiani laici, italiani di serie “Infima” i cristiani non cattolici; pur essendo tutto ciò anticostituzionale, nessun mezzo di comunicazione e nessuna istituzione lo rileva né lo condanna; poiché esso è, in primo luogo, uno stato di fatto ed anche uno stato di forza, davanti al quale lo stato di diritto è assolutamente impotente.
Per vincere questa orribile devianza storica bisogna informare e formare gli italiani affinché in tutti cresca l’amore per la Nazione, che questo spirito cattolico, purtroppo, ha da tempo affossato.
Fare sentire un vero italiano straniero nella propria Nazione, avversato dalle proprie Istituzioni, è un atto di ingiustizia che induce a gridare a Dio, chiedendo un Suo intervento sollecito.
Fare sentire un vero italiano “scaduto” dai suoi diritti nella considerazione della società alla quale appartiene, e che pure ama e difende, è un atto di assoluta immoralità, spesso incentivata dai sacerdoti della cultura del “campanile”, della denominazionalità e, quindi, dell’egoismo.
Molti di noi, onorati e riveriti dalla società nella quale siamo nati, per il solo fatto di avere lasciato il cattolicesimo, per una diversa dottrina cristiana, siamo scaduti nel pubblico ludibrio e nella avversione dei più. E’ questo il rispetto dell’articolo tre della Costituzione? Infatti, esso chiede una cultura per gli italiani priva delle intolleranze religiose, che oggi così gravemente ci penalizzano.
E’ delitto chiedere il rispetto della dignità dell’uomo e la uguaglianza dei cittadini davanti alle istituzioni? E’ lecito fare intervenire i rappresentanti delle religioni nei comitati etici, culturali, lavorativi, che le istituzioni preparano per guidare il nostro popolo, preferendo l’una denominazione a danno delle altre? E’ la sistematica violazione della Costituzione che spinge le vittime dell’ingiustizia a gridare al cielo e mostrare alla terra anche il loro pur minimale stato di forza, quando il loro diritto viene sovvertito ed anche annullato, da chi esercita il potere da centinaia di anni.
Costoro, mediante tale forza, declassano gli onesti cittadini, impedendo loro il raggiungimento dei riconoscimenti di legge, utili per organizzare le proprie libere, benefiche, altruistiche e legittime associazioni cristiane. “…vidi la donna far guerra ai santi…”. L’Italia vive sotto il giogo della cultura cattolica, spesso viziata dagli antichi spiriti del nepotismo e del cesaropapismo, dove tutto è lecito a chi fa parte della loro vasta famiglia, mentre tutto è impedito a coloro che non ne fanno parte, con più grave danno verso quanti l’hanno abiurata, per motivi di fedeltà ed amore a Cristo.
Nei casi peggiori, in Italia si subisce, per tutto questo, rappresentato in Apocalisse come la donna ebra del sangue dei santi, una impalpabile ma tenace persecuzione, che trova la sua massima tensione verso i cristiani non cattolici.
Noi cristiani perseguitati dalla cultura del presente secolo ci spieghiamo questa avversione, che è assolutamente immotivata da alcuna causa reale, riconoscendo che la stessa prescinde dalle parole e dai fatti nonché da dimostrazioni e prove logiche e viene generata nelle aree dello spirito dove odio e amore, luce e tenebre, giustizialismo e grazia sono inconciliabili.
Dal canto nostro, guidati dallo Spirito Santo, amiamo i cattolici e vorremmo che anche loro rinunciassero a questo deteriorato modo di pensare per rinnovare le loro menti nella volontà di Dio ed acquisire la cultura della Gerusalemme celeste, per vivere tutti nella missione cristiana e non in quella cattolica o in quella evangelica, né in quella di altre denominazioni.
La cultura del Regno di Dio è inclusivista, tollerante, alla ricerca del bene altrui e comunque alla realizzazione della giustizia in ogni campo, sapendo sempre di essere al servizio del Signore del cielo e di tutta la terra, che remunera il giusto e castiga l’empio, fautore delle ingiustizie.
Alcuni si scoraggiano pensando che ciò è impossibile da realizzare mentre noi vorremmo stimolare la fede e credere che cercare il Regno, ovvero il governo di Dio e la sua giustizia, è il consiglio migliore per vivere in una società condivisibile, che vede in Dio e nel suo aiuto, il solo valore aggiunto che riesce a fare la differenza.
Con Lui siamo più che vincitori e questa sfida può essere iniziata nel nostro tempo senza aspettare che a farlo siano le future generazioni, questa delega senza fine deve trovare un termine e noi auspichiamo che sia oggi.
Infatti, molti uomini di buona volontà anelano alla giustizia ed alla cultura cristiano-biblica, che resta la sola in grado di difendere e salvaguardare il tanto ricercato ed agognato valore.
La chiusura di questo articolo deve trovare un suo eroe contemporaneo, colui che più degli altri ha cercato di rimuovere l’opera delle tenebre per permettere alla luce di governare. A questo punto non possiamo non citare, con rimpianto e grande stima, Giovanni Paolo II, “il grande”, il Credente che seppe pentirsi ed avviare il confronto alla ricerca della comunione dei cristiani nella sempre eterna Parola di Dio.
Il Suo cristiano indirizzo stava rompendo questa malefica cultura che purtroppo ha avuto la forza di risollevarsi trovando, per l’afflizione di molti, un suo nuovo paladino.

lunedì 14 maggio 2007


Giorni di polemiche e accuse di strumentalizzazione, giorni di preparazione all’evento Family day con oltre 450 associazioni che si occupano di famiglia, coinvolte. Questo a Roma, nella capitale, laddove i problemi assumono una eco nazionale. Tuttavia, ciò non significa che nelle altre città d’Italia la grande discesa in piazza delle famiglie italiane, non abbia incoraggiato altri testimoni o altre associazioni, per unirsi al coro di Piazza San Giovanni.
Reggio, molto in sordina, si è espressa attraverso l’associazione Istituto per la famiglia, già nota per i suoi molteplici impegni nell’ambito del volontariato sociale. Così, mentre i protagonisti della politica locale se ne vanno a zonzo a caccia di voti e ad inaugurare questa o quella segreteria politica o chicchessia purché faccia audience all’immagine, una sola associazione ha fatto “pendant” con il Family day nazional-popolare. A scendere in campo sabato, anzi in Piazza Duomo, una onlus che da anni invoca il ritorno ai veri valori cristiani per sanare la società, e prima ancora la famiglia che ne è la cellula fondamentale. Accompagnata dal coro “Eliezer”, l’Istituto per la famiglia ha scelto di parlare attraverso il vice presidente nazionale, Massimo Ripepi. In poche battute concise, Ripepi ha spiegato i passaggi significativi che attengono alla “famiglia sana”. Un messaggio assoluto e provocatorio quello dell’Istituto per la famiglia; un allarme serio di fronte alla degenerazione della società, alla deriva delle istituzioni. «La famiglia - ha sottolineato Massimo Ripepi - è un istituto di Dio, ma la cultura di questo mondo oggi l’ha totalmente deviata, eppure - ha continuato il vice presidente - è proprio dentro la famiglia che sorge il vero sentimento, cioè quella culla formativa che sarà poi in grado di trasmettere ai figli, valori integri, regole sane per costruire altre cellule vitali da innestare nella società».
Se c’è dunque un leit motiv da difendere tout court, quello è dato dalla famiglia cristiana con tutte le sue accezioni. Secondo l’associazione Istituto per la famiglia, non c’è altra via da seguire, anche nella città reggina che fa finta di non avvertire i disagi e le incongruenze di un ambiente soffocato dal riflesso zapaterista.
Jenny Canzonieri

lunedì 12 febbraio 2007

Servizio sociale e amore cristiano




Servizio sociale e amore cristiano
le basi dell’impegno
di Massimo Ripepi


Dottore, professore, fisiatra; presupposti per una personalità di buon livello, quasi lontana dalle problematiche sociali che un infermiere o un bidello, si ritiene, possono meglio conoscere. Ma non è proprio così.
Massimo pur potendo frequentare lo studio di riabilitazione e fisioterapia, del fratello Roberto, dopo il suo lavoro ospedaliero, per “arrotondare” lo stipendio, rinuncia al suo profitto economico e si dona per il prossimo.
Infatti, concluso il suo impegno giornaliero con la sanità pubblica, lasciato, dunque, il suo camice bianco e preso il suo scooter raggiunge la sede dell’Istituto per la famiglia, associazione di volontariato, di protezione civile, per curare quanti sono bisognosi ed emarginati. E’ nell’Istituto che Massimo completa il suo impegno di servizio verso la società dei deboli, dei meno fortunati, degli indifesi. Per Lui, servire il prossimo è un bisogno dell’anima. Vedere il dr. Ripepi nel cortile dell’Istituto è una vera gioia, perché si incontra la sua giovialità, la sua dolcezza, il suo volto pieno di pace, atteggiamenti sorti tutti dalla sua fede cristiana, dal suo manifesto amore per il Signore Gesù Cristo.
Si racconta che durante una sua azione fisioterapica, nei confronti di una paziente cerebrolesa, e per questo rimasta muta, Massimo annunciò l’Evangelo, e ciò che il potente nome di Gesù Cristo può fare, invitando la donna a parlare.
Appena pochi minuti dopo la preghiera la muta iniziò a parlare con grande gioia dei parenti e sbalordimento della colf che l’accudiva. Fede, servizio sociale e amore cristiano, sono le basi dell’impegno di Massimo per coloro che vivono nelle difficoltà.
La nostra realtà associativa cercava un rappresentante politico da votare nelle prossime elezioni del consiglio comunale di Reggio Calabria, una persona nella quale potersi identificare, e la scelta non poteva non cadere che su Massimo Ripepi. Scelta naturale, necessaria, consequenziale.
Massimo il misericordioso, senza volerlo né pensarlo, ha preparato col suo esempio, col suo donarsi agli altri, con la sua dedizione, la manifestazione, (così noi tutti intravediamo) di Massimo il “vittorioso”.
Siamo sicuri del servizio che saprà dare alla società reggina; pertanto, tutto il sistema Acu gli garantisce il suo appoggio ed il suo impegno.
Ricordiamo a Massimo che la nostra amata città ha bisogno di intelligenze, professionalità, capacità intuitive quasi al limite delle visioni profetiche, ma principalmente di servizio cristiano messo a disposizione della collettività.
La moralità, la correttezza e l’onestà sono le doti dell’animo di Massimo che dovranno caratterizzare anche il suo impegno istituzionale, se gli elettori sapranno proporlo al ruolo di consigliere comunale.
La Bibbia consiglia che il servizio altruistico dato dal Padre celeste deve essere il corredo imprescindibile di chi vuole servire il popolo.
La tua chiamata, caro Massimo, ed il coinvolgimento nel quale ti inseriamo chiede anche sacrificio, ma le nostre preghiere non mancheranno mai.
Ora, in conclusione, ti chiediamo di impegnarti a redigere una personale rubrica da presentare nella prossima rivista, e con la quale poter parlare ai tuoi estimatori ed a quanti hanno ricevuto il tuo impegno umano.

Assemblea generale IPF: dal sogno alla speranza

Sabato 27 gennaio si è tenuta, presso la sede nazionale, l’annuale assemblea generale dell’IPF – Istituto per la Famiglia. Quest’anno tale evento rivestiva particolare importanza, per l’approvazione del nuovo Statuto, il rinnovo del Consiglio Direttivo ed alcuni rilevanti sviluppi, in primis l’accreditamento in Prima Classe al Servizio Civile Nazionale.
L’Assemblea si è svolta alla presenza dei Presidenti zonali e dei Delegati, in rappresentanza delle oltre 170 sezioni distribuite su tutto il territorio nazionale.
L’ Istituto per la Famiglia trae origine dalla necessità e volontà del suo Fondatore di dare veste e valenza giuridica al pensiero ed azione cristiana nel volontariato sociale. Nell’ Evangelo di Matteo, al cap. 25, troviamo i principi fondamentali dell’associazionismo: “date da mangiare agli affamati, date da bere agli assetati, vestite gli ignudi, ospitate i forestieri, visitare gli infermi, visitare i carcerati”. Su queste basi si è sviluppata, nel corso dei dodici anni dalla sua fondazione, l’attività del volontariato dell’IPF.
Come sottolineato dal Presidente Onorario, dr. Gilberto Perri, nel corso del suo appassionato intervento, la matrice cristiana dell’Istituto e l’azione compitrice del Signore, hanno consentito, nel corso di questi anni, di ottenere riconoscimenti giuridici tali da far acquisire all’ Istituto posizioni di assoluta rilevanza su scala nazionale. Infatti l’ IPF è iscritto all’Albo Nazionale della Protezione Civile presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri ed è stato accreditato come Ente di Prima Classe presso l’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile. Oltre a questi importantissimi riconoscimenti, l’IPF vanta il prestigiosissimo Premio della Solidarietà, assegnato dalla Fondazione FIVOL nel 2004, equivalente ad un Premio Nobel per le Associazioni di Volontariato. E tutto questo partendo dal nulla, senza nessun appoggio, né politico né tanto meno dottrinale. Quello che originariamente era un sogno, si è trasformato in un’idea progettuale vincente, realizzata, vivente.
Riconoscimenti, organizzazione, capacità progettuale innovativa, sono il mix caratterizzante l’azione sociale del Volontariato dell’IPF che, negli ultimi cinque anni ha originato un vero e proprio Sistema Lavoro, ACU, Azione Cristiana Umanitaria, basato sullo sviluppo della Cooperazione Sociale, per dare una risposta concreta al bisogno lavorativo ed alla realizzazione professionale.
Nulla più del lavoro, onesto e profittevole, può garantire emancipazione sociale, dignità umana e libertà personale.
Si è aperta quindi una fase assembleare caratterizzata dagli interventi di illustri ospiti, attivamente impegnati con l’ IPF.
Il Responsabile Provinciale del FENAPI Sig. Antonio Battaglia, ha illustrato le grandi opportunità di collaborazione e crescita e la volontà di rendere sempre più attiva la partecipazione alle attività sociali dei propri Circoli, aprendo all’ascolto dei desiderata del più bisognoso.
Particolarmente significativo l’intervento del dr. Sandro Oliveri, nella sua qualità di Segretario Nazionale del Movimento Politico PAC.E., Patto Cristiano Esteso che ha sottolineato lo sforzo elettorale della scorsa campagna elettorale, sia alle Regionali in Sicilia che alle Politiche Nazionali al Senato della Repubblica. La grande manifestazione del 25 marzo 2006, al Palasport di Palermo, che ha ottenuto un notevole successo di partecipanti con circa 10.000 presenze, ha dimostrato la forza espressiva e la coesione del Movimento.
Aiutare il prossimo nel bisogno, nel quale si identifica e si immedesima la Persona di Gesù Cristo, è stato il leit motiv dell’intervento del Pastore Ranieri affermando con convinzione la missione sociale del cristiano, poiché le “opere parlano più forte della nostra stessa parola” e conservano il loro valore nel tempo.
Il dr. Cosimo Salerno, milanese di adozione ma calabrese di origine, avvocato ed imprenditore affermato, appartenente alla Fondazione Pro Jerusalem, ha centrato il suo intervento sull’azione unificante dell’Amore Cristiano e l’estrema validità dell’azione sociale.
Nella sua relazione il Presidente dell’IPF, Demetrio Amadeo, ha illustrato le attività principali svolte dall’Istituto nel corso del 2006, tra le quali meritano menzione quelle socio/assistenziali, cresciute notevolmente grazie all’apporto dei volontari. Attività di Protezione Civile, di assistenza ospedaliera, distribuzione derrate alimentari;servizio mensa presso la sede, ospitalità e ricettività;attività culturali, musicali e di turismo sociale e tutta una serie di altre iniziative rivolte agli associati.
Dai bambini agli anziani, dai progetti per i giovani inoccupati, alla serena gestione del tempo a disposizione per coloro i quali hanno dato il loro contributo alla società. Di particolare rilievo l’avvenuta assegnazione definitiva della Casa di Riposo per anziani “Nicola Palaia” frutto di una donazione.
Il Presidente ha posto attenzione particolare all’accreditamento in Prima Classe al Servizio Civile Nazionale, che consentirà all’IPF di realizzare progetti finalizzati ad occupare un numero elevatissimo di giovani volontari su tutto il territorio nazionale. Formazione, assistenza, tutoraggio e continuità lavorativa al termine del periodo del servizio, attraverso il sistema delle Copperative sociali, caratterizzano la progettualità che anche in questo campo l’IPF ha saputo realizzare, rendendosi disponibile, in questo, ad affiancare gli Enti Pubblici Territoriali, nell’offrire ai propri giovani concittadini un’opportunità straordinaria.
In tutti gli interventi, pur di estrazione sociale e culturale diversa, è emersa una linea di tendenza comune ed unificante: l’analisi dell’azione sociale che nasce dalla mancanza di amore e di interesse sincero per l’altro, per i suoi reali bisogni, qualsiasi essi siano, ai quali sa e può dare risposta il Volontariato dell’IPF. La tutela, la difesa e l’affermazione dei valori fondanti la società civile si esplica nell’azione incisiva del Volontariato sociale che nasce e trova la sua stessa ragion d’essere nell’applicazione del dettato cristiano, parola di vita edificante. Ognuno è degno di lavorare per il bene. Integrità e rettitudine, onestà ed operosità, azione sociale alimentata dalla fiducia, dalla speranza che derivano dalla certezza che nel bene del tuo prossimo c’è il tuo bene.

a.r.